AIUTO! HO GLI ATTACCHI DI PANICO
AIUTO! HO GLI ATTACCHI DI PANICO
“Sono una marionetta rotta con gli occhi rivolti dentro” (Anonimo)
Gli attacchi di panico possono essere definiti il mostro del nostro millennio.
Sono molte le persone che hanno sperimentato almeno una volta un attacco di panico, o addirittura, “ci convivono” quotidianamente. Dire “ci convivono” è quasi un’eresia, perché la con-vivenza con questo problema è tutt’altro che vivere.
L’attacco di panico arriva in un momento, l’ansia sale fino ad arrivare a un livello massimo, poi tutto finisce, ma la persona rimane completamente stremata e inerme di fronte a quello che è accaduto.
I sintomi attraverso il quale si presenta possono essere molti (DSM-5):
- Palpitazione o tachicardia
- Sudorazione
- Tremori
- Dispnea (sensazione di fiato corto o fatica a respirare)
- Sensazione di soffocamento
- Dolori al petto
- Nausea o dolori addominali
- Vertigini
- Brividi o vampate di calore
- Parestesie (sensazioni di torpore, formicolio o intorpidimento)
- Derealizzazione (sensazioni di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi separato da se stesso)
- Sensazione di perdita di controllo o di impazzire
- Paura di morire
Da lì in poi è tutta una salita, perché il mostro si ripresenta e la persona cerca di affrontarlo nel miglior modo che conosce, ossia mettendo in atto una serie di tentativi risolutivi che, ripetuti nel tempo, non risolvono il problema, anzi lo alimentano. Come dice Oscar Wilde, “è con le migliori intenzioni che si producono gli effetti peggiori”.
Le tentate soluzioni disfunzionali che vengono messe in atto e che mantengono il problema anziché risolverlo sono:
- Il controllo delle proprie reazioni fisiologiche
- L’evitamento delle situazioni nelle quali potrebbe verificarsi un attacco di panico
- Richiedere aiuto e rassicurazione alle persone care
- Parlare molto spesso della propria paura e del proprio problema
Ognuna di queste tentate soluzioni all’inizio può sembrare funzionale per la persona che ha vissuto l’attacco di panico. Tuttavia, venendo ripetuta ne tempo, diventa disfunzionale poiché mantiene e alimenta il problema.
Il controllo delle proprie reazioni fisiologiche ha effetto paradosso: più cerco di controllare ciò che è spontaneo, più perdo il controllo.
L’attacco di panico, infatti, è una TOTALE PERDITA DI CONTROLLO DI SE’ e in un mondo dove tutti cercano di controllare se stessi e il mondo, non stupisce che sempre più persone richiedano aiuto per liberarsi da questo terribile problema.
L’evitamento delle situazioni che potrebbero causare un attacco di panico è un altro tentativo di soluzione fallimentare. Nel momento in cui evito una situazione temuta, rendo tale situazione ancora più pericolosa, confermando a me stesso che non sono in grado di affrontarla. Già gli antichi Sumeri nel papiro avevano scritto: “la paura guardata in faccia si trasforma in coraggio; la paura evitata diventa timor panico”.
La richiesta di aiuto e rassicurazione alle persone vicine imprigiona ancor più l’individuo nel suo problema. Quando viene richiesto l’aiuto, inconsciamente confermo a me stesso che da solo non riesco, che da solo non ce la posso a fare a superare quella situazione. E questo, piano, piano, inizia a distruggere le mie risorse.
Anche parlare della propria paura è un’altra tentata soluzione spesso messa in atto da chi soffre di attacchi di panico. Tendenzialmente si pensa che parlare ripetutamente di un problema o di una situazione difficile, riesca a farci stare meglio. In realtà, non sempre è così, soprattutto se si parla di paura. La paura è un’emozione particolare e, differentemente da altre emozioni, più se ne parla più cresce, più aumenta. E’ come dare del fertilizzante ad una pianta: cresce a dismisura.
Per risolvere il disturbo di attacchi di panico, bisogna quindi andare a rompere quel circolo vizioso che si è venuto a creare attraverso la messa in atto delle tentate soluzioni, che non solo fa persistere il problema, ma lo alimenta.
Attraverso manovre terapeutiche specifiche e stratagemmi terapeutici costruiti ad hoc per il tipo di patologia, si porta il paziente a percepire la realtà in modo diverso e a reagire differentemente, fino ad arrivare alla risoluzione completa della problematica.
Per imparare a gestire e vivere senza attacchi di panico