LA DIPENDENZA AFFETTIVA

LA DIPENDENZA AFFETTIVA

La dipendenza affettiva chiamata anche ‘Love Addiction’ è la dipendenza nei confronti di una persona o dell’idea di una persona. È una modalità patologica di vivere la relazione, nella quale la persona dipendente arriva a negare i propri bisogni e rinunciare al proprio spazio vitale pur di non perdere il/la partner, considerandolo/a unica fonte di gratificazione e indispensabile per la propria esistenza.
La dipendenza affettiva è una forma di amore ossessivo, simbiotico, fusionale.
È chiamata dipendenza proprio perché l’altro è vissuto come droga, della quale non si riesce a fare a meno. Come in tutte le dipendenze, la persona è costantemente alla ricerca della sostanza, che in questo caso è la persona amata. Tale comportamento è chiamato craving: un bisogno irrefrenabile che spinge il tossicodipendente a cercare la sostanza da assumere. Nella dipendenza affettiva, la persona è spinta dal desiderio irrefrenabile di mantenere attiva la relazione, costi quel che costi, perché è l’unica cosa che la rende viva. Come un tossicodipendente con la sostanza, il dipendente affettivo ha bisogno della sua dose quotidiana dell’altro per essere vivo, per poi sentirsi, finito l’effetto, affranto e senza energie.

COSA VIVE LA/IL DIPENDENTE AFFETTIVA/O?

La persona dipendente affettiva vive nel terrore di essere abbandonata e considera l’altro come fonte vitale per la sopravvivenza, arrivando ad elemosinare amore, per avere conferme e rassicurazione della propria esistenza. Deve avere la certezza di esserci per l’altro e ha timore di diventare inesistente ai suoi occhi, pertanto, combatte per “essere vista”, attuando comportamenti spesso autodistruttivi o contrapposti ai propri valori morali. E’ come se dicesse: esisto perché per l’altro, che mi ami o che mi odi, io ci sono. Per questo il dipendente arriva a tollerare anche comportamenti inaccettabili e violenti. Meglio essere maltrattato che non essere visto.
Il legame che si struttura è patologico perché la persona dipendente, da una parte si sente prigioniera della relazione che sta vivendo, ma dall’altra non è in grado di spezzare le catene che la/o legano all’altro. Vive in modo angosciante e ambivalente la relazione, come a dire “non posso stare con te, ma non posso stare senza te”.

IL PROCESSSO DI INNAMORAMENTO PATOLOGICO DELLA PERSONA DIPENDENTE

Diversamente da quanto succede con le relazioni sane, nel caso della dipendenza affettiva, il processo di innamoramento diventa patologico perché l’idealizzazione dell’altro persiste nel tempo senza trasformarsi. Se nelle relazioni funzionali ad un certo punto si passa dall’idealizzazione del partner, scatenata dal processo di innamoramento, ad una accettazione dell’altro come “essere imperfetto”, nella dipendenza affettiva tale passaggio non avviene: l’amato deve essere perfetto e devono essere disconosciuti tutti gli aspetti negativi che non sono coerenti con l’ideale. L’innamoramento quindi diventa patologico perché, non trasformandosi, la persona si modella completamente al partner, svalutando sé stessa e idealizzando l’altro. L’idealizzazione, negli effetti, viene portata avanti attraverso la negazione di tutti quei comportamenti del partner inaccettabili e spesso distruttivi, ai quali il dipendente reagisce incrementando ancor più la sua vicinanza, perché senza di lui/lei, sarebbe inesistente. L’altro lo fa sentire vivo.

COME SI MANIFESTA LA DIPENDENZA AFFETTIVA?

  • La/il dipendente affettiva/o pensa all’altro in modo ossessivo e costante;
  • Ha il bisogno continuo di conferme di amore da parte dell’altro;
  • Vive l’indisponibilità dell’altro in modo angosciante;
  • È sempre concentrata/o su quello che fa l’altro;
  • È sempre ansiosa/o, in allarme, controllante;
  • Il suo equilibrio emotivo dipende dall’altro;
  • Teme continuamente di essere abbandonata/o;
  • È pronta/o a tutto pur di non perdere l’altro;
  • Accetta umiliazioni e aggressività (verbale o anche fisica) da parte dell’altro.

La dipendenza affettiva può manifestarsi anche in altri tipologie di relazioni come quelle amicali, ricercando l’esclusività, la simbiosi e richiedendo continue conferme affettive all’altro/a.

CHI PUO’ CADERE NELLA TRAPPOLA DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA?

E’ importante sottolineare che le persone dipendenti non sono individui ignoranti o socialmente incapaci, anzi, il più delle volte, sono individui socialmente apprezzati, lavorativamente di successo, capaci nella gestione e nell’organizzazione della propria vita. Nonostante ciò, si imbattono in relazioni sentimentali estremamente disfunzionali e quando si innamorano scatta il problema. Può succedere per una sola volta o, se il copione si irrigidisce, può diventare un vero e proprio modello di comportamento sentimentale che porta a esiti disastrosi. Il copione è più diffuso tra le donne, ma ad oggi, anche gli uomini stanno cadendo nella trappola della dipendenza affettiva.

COME USCIRNE?

Uscire dalla dipendenza affettiva non è facile e spesso viene chiesto aiuto solo dopo aver veramente “toccato il fondo”, attraverso la perdita di dignità, la vergogna e l’avvilimento.  L’intervento terapeutico è volto ad aiutare la persona a uscire dal circolo vizioso della dipendenza, riscoprendo le proprie risorse o costruendone di nuove e stabilendo relazioni funzionali. Nel percorso è necessario aiutare la persona dipendente a fare i conti con il proprio dolore, con la paura dell’abbandono e con il grande timore di non esistere senza l’altro, in modo tale da gestire le proprie fragilità, migliorare la propria autostima e promuovere cambiamenti relazionali.

Il trattamento può essere individuale o di gruppo, a seconda della situazione presentata e della condizione emotiva della persona. Solitamente, se l’individuo si approccia per la prima volta ad una terapia, è consigliabile iniziare con un percorso individuale per poi magari, successivamente, continuare ad essere supportato dal gruppo. Se, invece, la persona ha già affrontato la problematica attraverso uno o più percorsi terapeutici, può essere molto utile la terapia di gruppo. Ad ogni modo, sarà la psicoterapeuta a valutare la situazione.

Se ti trovi in questa condizione chiedi aiuto!



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